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Le Olimpiadi e l’inganno dei cinque cerchi

Con le olimpiadi che volgono al termine, gli atleti e le atlete che iniziano a tornare a casa e il villaggio olimpico che va via via svuotandosi, possiamo guardare con sguardo più tecnico e freddo quello che queste olimpiadi hanno messo in risalto, ciò che hanno fatto esplodere, più di ogni altra cosa, più della pandemia, più dei sacrifici e della magia dello spirito olimpico.

L’importanza e la cura della preparazione mentale per atleti !

Di sicuro la pandemia è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, un vaso che per noi, addetti ai lavori, era già pieno e colmo di sacrifici e privazioni, di rabbia, per come lo sport viene trattato ma anche di felicità, perché nonostante tutto e tutti crediamo ancora nei sogni…e riusciamo anche a realizzarli con il duro lavoro.

Mi fa strano sentire di quanti, criticano aspramente la scherma ad esempio, che in questa edizione olimpica ha riportato pochissime medaglie e nessun oro, oppure di quanti dall’alto della loro dubbia conoscenza sportiva (forse più che altro televisiva) criticano l’Italia Team che a queste edizione dei giochi ha avuto una notevole diminuzione di medaglie rispetto alle scorse edizioni.

Colpa della pandemia ? Colpa dell’ anno in più, che ha fatto slittare le olimpiadi ? Forse colpa della preparazione mentale che non viene curata e valorizzata dalle federazioni ?

Anche si, soprattutto l’ultimo punto, ma sarebbe troppo facile per me, Psicologo dello sport e Psicoterapeuta dell’ Italia Team, portare l’acqua al mio mulino, incidendo sull’ importanza dell’ aspetto mentale e della cura di questo, che va iniziato (con i giusti criteri) sin da piccoli, per costruire una mentalità vincente.

In realtà cari sportivi e amanti dello sport, se proprio volete trovare un colpevole, non vi resta che guardarvi allo specchio. Eh si, perché la colpa di tutto questo, non è tanto dello sport, della pandemia o dei tecnici e staff, bensì del sistema Italia, di un paese che preferisce non investire nell’ educazione motoria, ma nelle merendine e nei video games, di un paese che toglie fondi allo sport, negando l’educazione fisica come insegnamento di base nelle scuole, che non aggiorna i suoi insegnanti di educazione fisica, che non rende obbligatoria, si obbligatoria, l’attività sportiva sin dai primi anni di età, cosi come rende obbligatoria l’istruzione. Perché lo sport non fa bene solo al fisico ma anche alla mente. La colpa è di un paese che non investe nelle strutture sportive, neppure quando le ha già a disposizione. Sto pensando alla mia amata Napoli, ed alle strutture ristrutturate per le universiadi 2019 che ancora non sono a disposizione di nessuno, ma chiuse e lasciate a marcire in attesa di chissà che cosa. Penso allo stadio collana, dove Sandro Cuomo,  era riuscito a creare una bellissima realtà, che però gli è stata tolta per far spazio ad altri dubbi interessi.

Vedete, io personalmente, considero lo sport una risorsa per l’anima, oltre che per il fisico, una medicina per la mente e per lo spirito, per fare questo però, bisogna partire dalle basi, dalla scuola… e devono essere buone basi. Per avere atleti olimpici che vincono medaglie, bisogna iniziare a costruire dal basso. Gli insegnanti di educazione fisica sono forse l’ultima risorsa vera rimasta nelle nostre scuole, ma se non si aggiornano, se non gli viene garantita e obbligata una formazione continua, rimarrà ben poco per i nostri giovani. Per costruire medaglie olimpiche bisogna partire dalle piccole realtà, dalle palestre e circoli sportivi di quartiere, dove la psicologia dello sport, deve e può aiutare sin da piccoli le menti di questi giovani che costruiscono giorno dopo giorno i loro sogni.

Per chi ha visto le olimpiadi, le ha vissute, le ha respirate, sa bene che è come stare in sogno, in un paese delle meraviglie dello sport, nell’ eccellenza olimpica sia di atleti che di tecnici, tutto è più bello, tutto è più giusto, tutto è quasi più facile.

Ma quella non è la realtà…eh no, la realtà è quando torni a casa, nella tua palestra, la realtà è quando devi fare i chilometri per andarti ad allenare perché il posto dove abiti non ha un centro sportivo, la realtà è quella di una scuola, quella italiana, che a differenza ormai di quasi tutti i sistemi scolastici del mondo, obbliga le famiglie a fare i salti mortali in termini organizzativi, di tempo e economici per far fare sport a un figlio o una figlia. La realtà è quella di un paese che preferisce centri commerciali a piste di atletica o supermercati e parcheggi a sale d’armi per la scherma, la realtà è quella di un genitore che deve dividersi in otto parti per accompagnare il figlio a fare sport, dopo i compiti, dopo la scuola e dopo un panino mangiato al volo, perché nessuna delle nostre realtà scolastiche (pubbliche) prevede un orario continuato dopo le lezioni in cui ci siano ore (pomeridiane) interamente dedicate all’ attività sportiva, questo anche prima del Covid.

La realtà è quella di un università che non prevede borse di studio per lo sport o per meriti sportivi, come accade da anni in America, Inghilterra, Francia ecc…

Se dopo tutto questo ti meravigli ancora del perché l’Italia dello sport è in queste condizioni, forse ti conviene allora guardare ancora gli altri paesi, che dedicano gran parte della pubblicità governativa (quella pagata dallo stato per intenderci) e non dai privati, per mandare spot pubblicitari che parlano di sport, di benessere e di psicologia, ti conviene guardare gli stati uniti dove andare dallo psicologo è la normalità e chi non ci va è quello che, come diciamo noi qui, non sta bene con la testa. Ti conviene guardare la Francia, dove Macron a fine pandemia ha pagato a tutti gli studenti universitari francesi la possibilità di usufruire di 10 incontri con uno psicologo, ti conviene guardare l’ Inghilterra, che forse non avrà vinto gli europei di calcio, ma ha il più alto numero europeo di psicologi che lavorano nelle scuole e ne richiede anche dall’ estero perché non c’è abbastanza personale.

Ecco, è questo che dobbiamo iniziare a fare, investire sul nostro benessere, investire nello sport, ma per far si che uno stato come quello italiano inizi a farlo, dobbiamo essere noi a richiederlo, dobbiamo essere noi a dare l’esempio, a credere e sostenere lo spirito olimpico.

Tra poco queste olimpiadi finiranno e spenti i riflettori, tutti dimenticheranno i nostri sacrifici, la sofferenza, le privazioni e il coraggio che queste ragazze e questi ragazzi mettono in campo ogni giorno, tutti saranno pronti a puntare il dito contro quel runner, che corre senza mascherina alle 5 del mattino perché (si sà) è lui il responsabile dei contagi, saranno tutti pronti a comprare un televisore nuovo più grande e più bello ultra piatto e ultra tecnologico, invece di spendere gli stessi soldi per regalare ai vostri figli uno sport o un corso di psicologia dello sport e preparazione mentale nel loro sport.

Un paese l’Italia che è teso alla vetrina, ma non alla sostanza. Dove tutti vanno in palestra tre volte a settimana (o più) per la cura esteriore del fisico, ma che non vogliono andare dallo psicologo una volta a settimana per prendersi cura della loro mente e diventare più forti (cosi come fisicamente anche mentalmente) per affrontare la vita.

Dobbiamo avere più fede nello sport, investire di più in questo e in ogni sua forma, in ogni sua professionalità e nelle strutture sportive, dobbiamo credere di più nello sport e nell’ aiuto, che anche tramite la figura dello sport, può dare ai nostri figli.

Altrimenti resterete per sempre vittime del grande inganno a cinque cerchi, credendo che un olimpiade sia ogni quattro anni…non è ogni quattro anni… È OGNI GIORNO

Dott. Luca de Rose

Psicologo dello sport e Psicoterapeuta

Italia Team

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